In Spagna esistono già associazioni che combattono il radicalismo jihadista, come il Centro Cultural y de Iniciativa Ciudadana (DARNA), che si occupa di diffondere i principi dei diritti umani, dei diritti delle donne e dei valori della società spagnola [9]. Queste associazioni svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro il radicalismo e nel contrastare la narrativa jihadista, promuovendo un discorso di pace e convivenza. Inoltre, offrono consulenza personale a coloro che ne hanno bisogno durante l’adolescenza, un’età molto difficile, e segnalano segni di radicalizzazione. Daesh sfrutta spesso i giovani minorenni per reclutarli e offrirgli percorsi alternativi che, secondo i jihadisti, la società convenzionale non può offrire.
Il giudice José Luis Castro ha dichiarato sul giornale digitale Confilegal la necessità di protocolli di intervento e programmi di trattamento per la deradicalizzazione [10]. Il problema è complicato non solo a causa dell’indottrinamento che i minori potrebbero subire dai reclutatori di Daesh, ma anche a causa del nucleo familiare, poiché è possibile che un membro della famiglia sia affiliato all’organizzazione. In linea con quanto sopra, all’inizio di gennaio, il giudice della Corte Nazionale Santiago Pedraz ha annunciato il processo di due vedove spagnole di jihadisti [11] per l’appartenenza all’organizzazione terroristica Daesh in Siria.
Dettagli del caso
Yolanda Martinez e Luna Fernandez erano con i loro tredici figli dal 2019 nel campo di Al-Hol, in Siria, sotto il controllo curdo nella provincia di Hasakah, dove la situazione di violenza è continua a causa delle limitazioni e restrizioni che hanno coloro che abitano il campo, con un impatto devastante sulla salute fisica e mentale dei bambini e degli adolescenti [12]. Il campo di Al-Hol ospita più di 50.000 persone, di cui circa 27.000 sono bambini, mentre la maggior parte degli altri sono donne, mogli e vedove dei combattenti di Daesh.
Il capo della succursale siriana di Save the Children, Sonia Khush, ha commentato le condizioni dei bambini nel campo: “Non possono imparare, socializzare, essere bambini. Non possono curare le ferite causate da tutto ciò che hanno passato” [13]. E proprio lì sono state fatte le minacce dei minori durante una visita di giornalisti dell’Associated Press al campo: “Siamo lo Stato Islamico” [14], gridava un minore mentre un altro simulava una decapitazione.
Un corrispondente del canale britannico Sky News ha visitato il campo di Al-Hol nel marzo 2021, dove ha assistito al livello di violenza presente, tanto che una madre radicalizzata ha istigato il tentativo di omicidio della propria figlia quando ha cercato di dissociarsi dall’organizzazione terroristica di Daesh, come racconta al momento del recupero dopo essere stata colpita quattro volte mentre dormiva da uomini che sono entrati nella sua tenda [15].
Nel caso delle due spagnole, hanno richiesto il loro ritorno in Spagna fin dal momento in cui sono entrate nel campo siriano [16], e una volta qui, nel gennaio 2023, sono state poste in custodia cautelare, e si sa che i quattro figli di Yolanda Martínez sono stati affidati ai nonni.
Domande frequenti (FAQ):
1. Quali associazioni in Spagna combattono il radicalismo jihadista?
In Spagna sono presenti diverse associazioni impegnate nella lotta contro il radicalismo jihadista. Una di queste è il Centro Cultural y de Iniciativa Ciudadana (DARNA), che si occupa di diffondere i principi dei diritti umani, dei diritti delle donne e dei valori della società spagnola [9].
2. Qual è il ruolo delle associazioni nella lotta contro il radicalismo?
Le associazioni svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro il radicalismo, contrastando la narrativa jihadista e promuovendo un discorso di pace e convivenza. Offrono anche consulenza personale a coloro che ne hanno bisogno durante l’adolescenza, un’età molto vulnerabile, e segnalano segni di radicalizzazione.
3. Qual è la necessità di protocolli di intervento e programmi di trattamento per la deradicalizzazione?
Il giudice José Luis Castro ha dichiarato la necessità di protocolli di intervento e programmi di trattamento per la deradicalizzazione [10]. Questo perché il problema del radicalismo jihadista è complicato, non solo a causa dell’indottrinamento che i minori possono subire, ma anche perché può coinvolgere il nucleo familiare, con la possibilità che un membro della famiglia sia affiliato all’organizzazione.
4. Qual è il caso delle due vedove spagnole di jihadisti?
Yolanda Martinez e Luna Fernandez erano nel campo di Al-Hol, in Siria, insieme ai loro tredici figli dal 2019. Il campo di Al-Hol è sotto il controllo curdo e ospita oltre 50.000 persone, tra cui molti bambini e donne legati ai combattenti di Daesh [11]. Le due spagnole sono state processate per l’appartenenza all’organizzazione terroristica Daesh in Siria.
5. Quali sono le condizioni dei bambini nel campo di Al-Hol?
Le condizioni sono molto difficili per i bambini e gli adolescenti nel campo di Al-Hol. La violenza è continua e le restrizioni e limitazioni hanno un impatto devastante sulla loro salute fisica e mentale [12]. Secondo il capo della succursale siriana di Save the Children, i bambini non possono imparare, socializzare e vivere un’infanzia normale [13].
6. Quali sono i rischi associati alla radicalizzazione dei minori nel campo di Al-Hol?
Ci sono segnalazioni di minacce fatte da minori, come l’affermazione “Siamo lo Stato Islamico”, e anche atti di violenza estrema, come simulare una decapitazione [14]. Un reportage di Sky News ha raccontato un caso in cui una madre radicalizzata ha tentato di uccidere la propria figlia quando ha cercato di dissociarsi dall’organizzazione terroristica di Daesh [15].
7. Cosa è successo alle due spagnole e ai loro figli dopo il loro ritorno in Spagna?
Le due spagnole sono state poste in custodia cautelare dopo il loro ritorno in Spagna e quattro dei figli di Yolanda Martínez sono stati affidati ai nonni [16].
Link correlati:
– DARNA – Sito ufficiale del Centro Cultural y de Iniciativa Ciudadana (DARNA).
– Save the Children – Sito ufficiale di Save the Children Spagna.