Le organizzazioni d’arte rischiano di perdere finanziamenti a causa dell’attività politica o attivistica

Il Consiglio delle Arti dell’Inghilterra ha avvisato le organizzazioni che potrebbero perdere finanziamenti a causa di attività “politiche o attivistiche”. Il quango è stato criticato per aver investito annualmente 500 milioni di sterline di denaro dei contribuenti in musei e gallerie che spesso sono coinvolti in controversie legate all’ideologia di genere e alla “decolonizzazione”.
Il Consiglio delle Arti ha preso provvedimenti per sedare queste polemiche e ha avvisato le organizzazioni che azioni “apertamente politiche o attivistiche” potrebbero comportare la revoca dei finanziamenti.
Sono state introdotte nuove norme nelle politiche che regolano i rapporti tra il Consiglio delle Arti e le quasi 1.000 Organizzazioni di Portafoglio Nazionale (NPO) che vengono regolarmente finanziate, al fine di evitare che queste azioni minino il “finanziamento pubblico della cultura”.
Secondo le nuove regole, le attività politiche e attiviste sono considerate un potenziale rischio reputazionale e, se non si interviene per affrontare questo danno, i finanziamenti potrebbero essere in pericolo.
Questi cambiamenti intervenuti come anticipazione alla prossima revisione del dipartimento di Digitale, Cultura, Media e Sport del Consiglio delle Arti.
La segretaria di Stato per il dipartimento di Digitale, Cultura, Media e Sport, Lucy Frazer, ha ordinato una “revisione a pieno regime” del Consiglio delle Arti dell’Inghilterra.

Le organizzazioni sono ora avvisate, all’interno del loro accordo con il Consiglio delle Arti, che “il tipo di azioni o attività che possono costituire o influenzare un aumento del rischio reputazionale” include “produzioni artistiche e creative che potrebbero essere considerate controversi, attività che possono essere considerate apertamente politiche o attivistiche e che vanno oltre il proprio scopo principale dell’organizzazione.” Si specifica inoltre che “ci aspettiamo che tu sia proattivo nelle tue risposte e mitigazioni a qualsiasi rischio identificato”, e se ciò non viene fatto il Consiglio delle Arti può intervenire in vari modi, incluso “ridurre” o “revocare” completamente i finanziamenti e richiedere il “rimborso dei fondi” pagati.
Si chiede alle organizzazioni di seguire una serie di passaggi, incluso informare il Consiglio delle Arti, che è sotto la guida del direttore generale Darren Henley.

Le nuove regole seguono una serie di controversie riportate dal Telegraph, compresa la rivelazione di questa settimana che un’organizzazione NPO finanziata dal Consiglio delle Arti, il Museo della Vita Rurale Inglese, aveva lanciato un progetto per affrontare la “bianchezza della campagna” e la sua immagine “eteronormativa” in un nuovo progetto. Altre NPO, i destinatari delle nuove regole del Consiglio delle Arti, includono i musei delle università di Oxford e Cambridge.

I musei di Oxford e Cambridge restituiscono i Bronzi di Benin e le controversie si susseguono

I musei Pitt Rivers e Ashmolean di Oxford hanno promesso di restituire al Nigeria 97 Bronzi di Benin, mentre il Museo di Archeologia e Antropologia di Cambridge ha deciso di restituirne 116. Il Museo di Londra Docklands, anch’esso finanziato dal Consiglio delle Arti, ha sostenuto la rimozione della statua del mercante di schiavi Robert Milligan dal terreno di fronte al suo edificio dopo la protesta di Black Lives Matter nel 2020. L’organizzazione di Bristol Museums, anch’essa finanziata, ha controversamente esposto la statua abbattuta di Edward Colston in posizione supina nel suo spazio espositivo, dopo che la statua era stata abbattuta nelle proteste di Black Lives Matter. The Collections Trust, anch’essa finanziata dal Consiglio delle Arti, ha rimosso le linee guida presenti sul suo sito web dopo che il Telegraph ha rivelato che una guida sul “linguaggio inclusivo” diceva agli operatori di arte che Hamas è composta da “combattenti per la libertà anti-coloniali”. Le nuove rigorose linee guida per queste organizzazioni arrivano mentre il dipartimento di Digitale, Cultura, Media e Sport pianifica una revisione a pieno regime del quango come parte di un ciclo di revisioni simili che mirano a esaminare le opportunità e l’efficienza governativa, un’iniziativa promossa dal deputato conservatore Jacob Rees-Mogg. Il Consiglio delle Arti ha pubblicato un lungo comunicato sulle nuove linee guida, assicurando agli operatori artistici preoccupati che rimane impegnato alla “libertà di espressione, per artisti e organizzazioni” e che non mira ad ostacolare il loro lavoro.

FAQ:

1. Perché il Consiglio delle Arti dell’Inghilterra sta avvertendo le organizzazioni di possibili perdite di finanziamenti?
Il Consiglio delle Arti sta avvertendo le organizzazioni di possibili perdite di finanziamenti a causa di attività “politiche o attivistiche” che potrebbero danneggiare la reputazione.

2. Cosa sono le Organizzazioni di Portafoglio Nazionale (NPO)?
Le Organizzazioni di Portafoglio Nazionale (National Portfolio Organizations in inglese) sono organizzazioni che ricevono finanziamenti regolari dal Consiglio delle Arti dell’Inghilterra.

3. Quali sono le nuove norme introdotte dal Consiglio delle Arti?
Le nuove norme riguardano le attività politiche e attiviste delle organizzazioni finanziate. Tali attività sono considerate un potenziale rischio reputazionale e potrebbero comportare la revoca dei finanziamenti.

4. Cosa succede se un’organizzazione non affronta i rischi reputazionali identificati?
Se un’organizzazione non affronta i rischi reputazionali identificati, il Consiglio delle Arti può intervenire in vari modi, incluso ridurre o revocare completamente i finanziamenti e richiedere il rimborso dei fondi pagati.

5. Chi è responsabile della revisione completa del Consiglio delle Arti dell’Inghilterra?
La segretaria di Stato per il dipartimento di Digitale, Cultura, Media e Sport, Lucy Frazer, ha ordinato una “revisione a pieno regime” del Consiglio delle Arti dell’Inghilterra.

Link correlati:
Sito web del Consiglio delle Arti dell’Inghilterra
Informazioni sul Consiglio delle Arti dell’Inghilterra sul sito del governo britannico